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Ricordando don Alberto

Non essere Amico di don Alberto non era possibile: chi lo ha conosciuto ha potuto davvero ricevere un grande dono, trovandosi di fronte un Uomo dai sentimenti buoni; sentimenti elevati dalla profondità del suo pensiero, dalla concretezza della sua fede schietta e sincera, dall’ampiezza della sua mente e delle sue vedute, che consentivano di progettare e concretizzare iniziative di alto profilo con la trasparenza del voler semplicemente fare sempre bene e sempre meglio; esperienze in cui crescere insieme soprattutto umanamente…

Ci lascia insegnamenti profondi in cui continuerà ad essere vicino a noi tutti e che conserveremo nel cuore per proseguire sui sentieri lungo i quali abbiamo camminato assieme per alcuni tratti.

Due interventi di Madre Anna Maria Canopi ci aiutano a salutarlo con la speranza cristiana che egli stesso raccomandava di non perdere mai di vista di fronte al mistero della morte:

«Per vivere bene la vecchiaia – disse tempo fa in un’intervista Madre Canopi – occorre avere un orizzonte: tenere lo sguardo fisso al Cielo. È questo che ci sostiene: avere un orizzonte alto, non fermarsi alle cose di questa terra. Un proverbio indiano dice che si nasce vecchi, si deve morire giovani: la vita non è altro che un passaggio, un trasferimento dalla dimensione temporale a quella eterna. Umanamente la morte è un momento di grande sofferenza, ma la persona che muore non è annientata: vive in Dio. La Risurrezione è una realtà: a Gerusalemme la sua tomba è rimasta vuota. È questo il fondamento della nostra speranza; è questo anche che ci fa accettare la malattia e il decadimento fisico senza angoscia, poiché lo spirito non muore e alla fine anche la nostra carne rifiorirà».

Conoscendo la robustezza della fede di don Alberto non c’è dubbio che queste ultime parole siano state anche le sue…

«E quando giungerà la sera / cui segue la notte e non più l’aurora / ripetimi, Signore, la Parola / quella che mi ha dato speranza ogni mattina / quella che mi ha dato pace ogni sera: “Io sono con te”»

(Anna Maria Canopi)